(Da IL VASCELLO, sab 29 dic 2007)
Sabato pomeriggio a Calvatone
La presentazione del volume sulla storia della corsa ciclistica
Di Sandro Rizzi
C'erano tutti i più bei nomi del ciclismo cremonese sabato 15 nella Sala Civica di Calvatone a festeggiare il libro sulla "classicissima" locale che ha compiuto 57 anni.
Pietro Ruggeri al microfono
Il più commosso era Pietro Ruggeri, della Pro Loco,l'anima del Gran Premio in calendario ogni anno il primo martedì di ottobre.
Una gara di fine stagione, radiografia dell'annata trascorsa. Cinquantasette edizioni, e ogni volta lo sforzo corale per assicurarsi i fondi per l'organizzazione: un impegno che mobilita le forze degli appassionati.
L'intervento del Sindaco Bruno Tosatto
Ora si è voluto affidare a una pubblicazione il compito di rendere visibili i risultati. Si trattava di compiere una ricerca minuziosa per raccogliere dati, nomi, ordini d'arrivo, curiosità, fotografie. Chi meglio di Cesare Castellani poteva affrontare l'impresa? "Cece" è un testardo ed è ha ricostruito quasi dal nulla la storia del "Gran Premio", soprattutto per quanto riguarda le prime edizioni.
Numeroso il pubblico presente in sala Civica
Ha scovato fotografie sbiadite, ne ha risanate altre tenute insieme con graffette metalliche, è andato a cercare i protagonisti perché raccontassero.
Dopo mesi e mesi di sforzi ecco finalmente il libro: ricco, elegante, pieno di immagini evocative.
Edo Costanzi, campioncino nascente del CCC 1891-Arvedi (ha vinto ben otto corse nel suo primo anno da dilettante) nell'edizione 2007 del GP non ha avuto fortuna, ma si augura di poter figurare nel prossimo libro.
L'intervento di Adriano Baffi
Tutti molto concreti i discorsi dal tavolone con un bel drappo blu. Particolarmente applaudito Adriano Baffi: a giorni aspetta la nomina a commissario tecnico della nazionale per la pista. Una bella conquista per il ciclismo nostrano.
Il presidente del CCC 1891 Arvedi Fulvio Feraboli
Castellani ha ricordato come scoprì il GP di Calvatone tanti anni fa: lo fermò la Stradale al passaggio dei corridori e vide un ragazzo che, dopo l'ennesima foratura, stizzito gettò la bicicletta sull'altra riva di un fossato. Lo convinse a riprendersela. Non ricorda se il giovane ripartì, ma da quel momento la corsa è entrata nel suo carnet di cronista sportivo.
Un altro fan è il vicepresidente della Provincia Biondi: ogni anno cerca di uscire alla svelta dalla Sala della Giunta, vuole arrivare al traguardo in tempo per la premiazione con la coppa che raffigura la Vittoria Alata.
Calvatone era illuminata e nella piazza tutti guardavano la statua della Vittoria Alata da pochi giorni collocata proprio davanti al monumento ai Caduti.
Franco Priori (ha partecipato da corridore anche alla prima edizione) con Angelo Oneta presidente del Comitato Prov.le FCI
Tanti applausi, brindisi finale, e ressa al banco vendita del volume (15 euro).
57 anni di storia del ciclismo
Il Gran premio di Calvatone
La copertina del volume che racchiude le 57 storie della corsa ciclistica di Calvatone
Da ben 57 anni, con una sola interruzione nel 1968 dovuta a cause di forza maggiore e soprattutto alla concomitanza con altre corse allestite in paesi vicini, il G, P, di Calvatone si presente regolarmente nel calendario delle corse cremonesi al secondo martedì di ottobre ed è diventato negli ultimi tempi la classica di chiusura del ciclismo nostrano, una specie di Piccolo Giro di Lombardia al quale si danno appuntamento ormai coloro che costituiscono l'elite del ciclismo nazionale e i moltissimi appassionati del circondario e della provincia attratti da una corsa che va, per tradizione, ben oltre quelli che sono i normali canoni d'una corsa ciclistica.
Frequentata abitualmente da fior di campioni e dalle squadre migliori la gara è diventata in anni recenti una delle più ambite a livello nazionale ed ecco che il gruppo dei benemeriti organizzatori che la presero per mano da ragazzi e che ora si ritrovano più d'un filo d'argento tra i capelli, hanno pensato di raccogliere le testimonianze di tante gioie e di tanti sacrifici cui la corsa è legata, di tanti personaggi che le hanno dato lustro, di tanti campioni che l'hanno disputata, vinta o perduta. Un patrimonio che non è solo di sport, ma anche di cultura, in un paese che per le sue origini antiche e gloriose alla cultura è da sempre legato col filo imprescindibile della storia, che non poteva andare disperso col correre del tempo.
Così in un giorno lontano insieme alla Vittoria Alata che è il simbolo del paese e testimonianza della sua origine romana, insieme ai siti archeologici che l'hanno reso famoso, insieme alla sua storia medievale legata alle sorti di Cremona e di Brescia, insieme al fiume che ne ha fatto nei millenni le fortune e le disgrazie, Calvatone potrà essere ricordata anche per la sua corsa e la sua fiera d'autunno e per i molti futuri campioni che hanno preso parte alla sua corsa.
Proprio per questo il volume racconta brevemente, insieme alla storia della corsa, anche quella del paese dalle sue origini sino ai giorni perché chi vi è arrivato per correre e gareggiare sappia anche che quelle strade e quelle vie sui cui si snoda oggi il Gran Premio di Calvatone, sono state teatro per secoli di vicende umane che sono state al centro della storia dell'Impero Romano e dell'Italia intera e costituiscono un patrimonio da non disperdere.