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lunedì 7 marzo 2011

IL RISORGIMENTO A CALVATONE


A partire dalla prima metà dell'800 l'Italia conobbe un processo di graduale riscoperta e rivendicazione della propria identità nazionale. Questo processo, noto come Risorgimento, portò alla formazione dello Stato Italiano, unito e indipendente.

Per arrivare a questo l’Italia e gli italiani dovettero affrontare ben 3 guerre d’indipendenza e la gloriosa impresa dei mille. In questa importantissima fase della nostra storia, la Lombardia, grazie alla sua posizione geografica strategica, ebbe un ruolo centrale: qui si combatterono battaglie epiche, come quella di Magenta, di Curtatone e Montanara , di Custoza e ancora, quelle di San Martino e Solferino, le più sanguinose della Seconda Guerra d’Indipendenza.

Anche il nostro piccolo paese non rimase immune da questi stravolgimenti storici; Calvatone, infatti, è da sempre orgogliosa di aver avuto tra i suoi abitanti un garibaldino, Carlo Malinverno, uno dei famosi mille di Marsala, ma un’indagine tuttora in corso ha permesso di scoprire che tra il 1848 e il 1866 una ventina di altri calvatonesi combatterono tra le fila dei ‘Cacciatori delle Alpi’, contro il brigantaggio nel Sud e nella campagna di liberazione della Lombardia dagli Austriaci.

Questo non è tutto, Achille Sanfelice, nel suo libro, ci racconta che proprio in questo paese, nel 1866, dopo la battaglia di Custoza, si accampò la Settima divisione dell’esercito italiano comandata dal celebre Nino Bixio, che alloggiò e creò il suo quartier generale proprio in casa Sanfelice. Durante questo soggiorno, lo stesso Re Vittorio Emanuele II capitò improvvisamente in carrozza, per prendere importanti decisioni circa il proseguimento della guerra.

Tornando ai nostri valorosi, le loro storie sono diverse: ci sono sia volontari, che appartenenti all’esercito regolare, alcuni nati in paesi vicini e trasferitisi poi a Calvatone, qualcuno di loro era appena diciottenne, c’è un tenente medico e un medagliato d’argento al valor militare e perfino uno dei nostri sindaci, Gaetano Sanfelice; ovviamente in più d’uno parteciparono alla battaglia di San Martino e molti facevano parte dei famosi Cacciatori delle Alpi, la brigata di volontari agli ordini di Garibaldi, nata per combattere la campagna di liberazione nella Lombardia settentrionale nel corso della seconda guerra di indipendenza.
Di alcuni di questi “rivoluzionari” abbiamo solo poche notizie, di altri sappiamo qualcosa di più. Eccoli:

I° GUERRA D’INDIPENDENZA (1848-1849)

1. ALOVISI CARLO (N. 13 APRILE 1826 – M. DOPO 1909)
2. LANZONI ANGELO (N. 1826 – M. 25 LUGIO 1906)
3. MALINVERNO CESARE (N. 1 AGOSTO 1831 – M. 10 LUGLIO 1875)

II° GUERRA D’INDIPENDENZA (1859-1860-1861)

4. FIONI ANTONIO (N.??? – M. dopo 1909) ESERCITO REGOLARE - S. MARTINO
5. RIGHELLI GALILEO ( N. 30 APRILE 1841 – M. DOPO IL 1909) ES. REGOLARE 14° REGGIMENTO FANTERIA – S. MARTINO
6. RIGHELLI SALVATORE PIO FELICE (N. 21 FEBBRAIO 1834 – M. PRIMA DEL 1909) TENENTE MEDICO – VOLONTARIO- “REGIO PROFESSORE” PRENDE PARTE ANCHE ALLE CAMPAGNE DEL 1866.
Della Famiglia Righelli si sa che esisteva una lapide sui muri dell’attuale casa Ronchi, in prossimità dell’attuale Vicolo Righelli (di fronte al campo sportivo), che dettagliava particolari della sua vita. Si presume ovviamente che quella casa appartenesse agli stessi Righelli, che tutti dicevano essere tra ‘I Siùur de Calvatòon’. Purtroppo questa lapide fu tolta durante la recente ristrutturazione di quella casa e nessuno sa che fine abbia fato.
7. MALINVERNO CARLO *(N. 4 MARZO 1816 – M. 18 GENNAIO 1892) GARIBALDINO DELLA SPEDIZIONE DEI MILLE
8. ZANELLI PIETRO (N. 4 AGOSTO 1838 – M. 1922) SERGENTE DI FANTERIA NELL’ ES. REGOLARE – S. MARTINO. Partecipa anche alle campagne del 1866 e a quelle contro il brigantaggio nel 1862-1864
9. BENAZZI SIGISMONDO (N. 6 LUGIO 1840 A CASALMAGGIORE– M. DOPO IL 1909) FERITO DI LANCIA ALLA BATTAGLIA DI CUSTOZA
10. BELUFFI GAETANO (N. 16 MARZO 1840 – 5 DICEMBRE 1908) CAPOMASTRO (Costruisce il Castellazzo, in Via Sera) - ES. REGOLARE
11. FIONI ANDREA (N. 30 NOVEMBRE 1841 AD ASPICE – M. PRIMA DEL 1909) ES. REGOLARE
12. FASANI GIUSEPPE (N. 1837 A VHO – M. 24 SETTEMBRE 1886) ES. REGOLARE
13. MALINVERNO FRANCESCO GIUSEPPE (3 MAGGIO 1846 – M. PRIMA DEL 1909) ES. REGOLARE, 4° REGGIMENTO
14. SCALARI LUIGI GASPARE (N. 8 OTTOBRE 1848 A DOSOLO – M. DOPO IL 1909 ) VOLONTARIO
15. MALINVERNO GASPARE (N. 28 LUGLIO 1938 ??? – M. DOPO IL 1909) MEDAGLIA ARGENTO AL VALORE MILITARE NELLA LOTTA CONTRO IL BRIGANTAGGIO

CACCIATORI DELLE ALPI

16. ALOVISI MASSIMO GIUSEPPE (N. 11 APRILE 1839 – M. 30 GIUGNO 1903) - Studente al primo anno di liceo, poi diventerà professore di lettere. VOLONTARIO, ARRUOLATO IL 20 GIUGNO 1859 NEL 1° REGG. 4° BATTAG. 8° COMPAGNIA poi trasferito presso il 5° REGG. 3° BATTAG. 10° COMPAGNIA ACQUARTIERATO A COMO
17. BEGARELLI GIUSEPPE (N. 1834 – M. 3 NOVEMBRE 1911)
18. BALESTRERI LUIGI (N. 20 GIUGNO 1839 – M. ???)
19. BONFATTI FERDINANDO (24 FEBBRAIO 1842 – M. ???)
20. ROSSI SILVESTRO GIOVANNI (N. 22 DICEMBRE 1841 A TORNATA– M. ???)
21. TIBERI FRANCESCO PACIFICO (N. 21 LUGLIO 1844 A VHO – M. ???)

CAMPAGNE CONTRO IL BRIGANTAGGIO (1862-1864/1866-1967)

22. SANFELICE GAETANO (N. 6 MARZO 1844 – M. DOPO IL 1909) Sindaco di Calvatone per 3 anni, figlio di Francesco Sanfelice, sindaco a sua volta di Calvatone per 25 anni. Possidente e allievo dell’Accademia militare di Fanteria di Modena
VOLONTARIO – SOTTOTENENTE nel 64° REGGIMETNO FANTERIA PER 8 ANNI - MAGGIORE DELLA RISERVA
23. MONTEVERDI GIUSEPPE (N. 13 OTTOBRE 1839 A CASALOLDO – M. 1926) Arruolatosi volontariamente nel corpo dei Bersaglieri (Divisione V° - Battaglione V° - Compagnia 20° ) l’11 aprile 1859.
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* CARLO MALINVERNO
Carlo Malinverno nacque a Calvatone il 4 marzo 1816 da Giuliano e Caterina Rossini.
Era conosciuto da tutti come un carattere forte e determinato; faceva il fornaio - non a Parma, come riportato da scritti ufficiali – ma proprio a Calvatone, presso la forneria di Ferruccio Caravaggi (“al bàarba”, per la lunga barba che arrivava all’ombelico), la forneria che poi divenne della famiglia Cantarelli.

Un mattino, saputo che stavano arruolando i garibaldini, d’improvviso decise di abbandonare la forneria e, calatosi dalla finestra ancor oggi esistente, corse ad arruolarsi. Risulta registrato al n. 581 tra i 1090 garibaldini che parteciparono alla spedizione dei Mille, partiti da Quarto, in Liguria, il 5 Maggio 1860 e giunti sei giorni dopo a Marsala.
All’età di 44 anni, fu uno dei più “vecchi” tra i garibaldini; tra le tante sue imprese degne di rilievo spicca l’aver aiutato il suo generale Giuseppe Garibaldi, quando fu ferito a Calatafimi, portandolo a spalle fino all’infermeria per essere medicato.

Finita la campagna, rientrò sano e salvo a Calvatone, dove le autorità del paese gli tributarono una grande festa e riprese il suo lavoro di fornaio. Si sposò con Maria Doralice Mari e dal loro matrimonio nacquero 5 figli: Giuseppe, Paolo, Caterina, Anita Annunciata e Giulia. Parecchi ricordano il nipote di Carlo, Mario Malinverno, ‘al daquadùur‘ (per la professione che svolgeva), ma conosciuto anche con lo stesso soprannome del nonno garibaldino: l’Americano.
Carlo e Doralice abitarono sempre nell’abitazione dove oggi vive la pronipote Maria Rosa, in via Verdi.

La tradizione vuole che, insoddisfatto per non aver ancora ricevuto la pensione promessa ai garibaldini per i loro meriti, quando venne a sapere che proprio in quel periodo Garibaldi sarebbe passato da Calvatone, si vestì con la sua divisa di garibaldino e corse sul ponte del Delmona per incontrarlo.
Garibaldi arrivò su una carrozza trainata da quattro cavalli bianchi e scortato da alcuni carabinieri che tentarono d’impedire a Carlo di avvicinarsi; il Generale, però, vista la divisa da garibaldino, gli permise di avvicinarsi. Carlo ricordò a Garibaldi d’essere stato un Suo militare e di averlo aiutato a Calatafimi. Garibaldi lo riconobbe e gli promise una pensione vitalizia che cominciò ad arrivare dopo poche settimane, una pensione di 500 Lire annue (una cifra cospicua con cui, si dice, a quell’epoca si poteva comprare una casa) che permise loro di vivere una vita sufficientemente agiata. In paese Carlo e Doralice solevano atteggiarsi da persone abbienti e da questo, si presume, derivò il soprannome di ‘Americano’.
Alla pensione seguirono le medaglie che furono poi donate al Comune di Calvatone e che sono ancora visibili in Sala Consigliare.
Carlo si spense serenamente il 18 Gennaio 1892 a Calvatone.
Fino a metà del secolo scorso il papà Mario conservava gelosamente la divisa di garibaldino del nonno. In seguito, per motivi di famiglia a Mario fu consigliato di spedire la divisa ad un influente e non ben documentata autorità di Roma, che avrebbe dovuto poi restituirla, ma di cui purtroppo non se ne seppe più nulla.

Insomma, nell’anno in cui si festeggia l’Unità nazionale possiamo dire che anche Calvatone ha contribuito a fare l’Italia!

2 commenti:

  1. Molto interessante. E' incredibile quanto Calvatone, che è anche il mio paese, nonostante sia così piccolo, abbia partecipato a così tanti periodo storici importanti per l'Italia(cominciando a essere una provincia romana, quando ancora aveva il nome di Bedriacum).Mi piacerebbe molto fare dei fumetti sulla storia di Calvatone...

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